Doping (e droghe) in Formula 1: Cosa bisogna sapere?

Dopo la giornata nera in cui c’è stato l’annuncio da parte della MotoGP della positività riscontrata dall’antidoping per Andrea Iannone, spostiamo lo sguardo su un’altra categoria: la Formula 1 e il doping in essa.

La cosa che subito può risaltare all’occhio o meglio alla mente dei tifosi di Formula 1 o di sport/motorsport in generale, è che nella massima serie automobilistica non ci siano stati scandali riguardanti il doping popolari così come accade, purtroppo, in altre discipline.

La Federazione Internazionale dell’Automobilismo (FIA), è una degli organi firmatari del Codice mondiale antidoping, e quindi, i piloti di Formula 1, e non solo, effettuano regolarmente test casuali durante l’anno.

LE PAROLE DEL CAMPIONE

Infatti, il sei volte campione del mondo di F1 e pilota Mercedes, Lewis Hamilton, in una dichiarazione ha reso noto, come ovviamente, anche nella massima serie ci siano controlli antidoping, ma che allo stesso per un pilota a quei livelli, è inutile doparsi:

“Può capitare 3-4 volte a stagione oppure in tutti i GP, noi piloti dobbiamo seguire un protocollo medico approvato e siamo tenuti a comunicare ogni giorno dove ci troviamo. Non credo che un pilota possa avere aiuti per migliorare le prestazioni, però è intrusivo per la privacy“.

L’ESPERTO DICE

Tuttavia, la mancanza di doping nella massima serie automobilistica è associata secondo il medico della FIA, Jean-Charles Piette, al rischio di tale consumo che non porterebbero danni al pilota assuefatto:

Usare droghe in una gara e su una pista è qualcosa di diverso rispetto ad usarle su un campo da calcio. Se un calciatore assume droghe, rischia la sua salute, ma non (rischiano) la squadra o gli spettatori”.

Macchia nera nel motorsport: Iannone positivo all’antidoping

Continuando il dottore spiega: “In una gara, se un pilota assumesse droghe, i possibili rischi non sarebbero solo per lo stesso pilota, ma ci sarebbero per i suoi compagni di pista, per gli spettatori, per i commissari… (rispetto ai calciatori, ad esempio), devono tener conto di più persone oltre a loro”.

Infatti, gli stessi piloti solo scendendo in pista vanno in contro a vari rischi, soprattutto quello di perdere la propria vita, come accaduto recentemente in Formula 2 ad Anthoine Hubert. Tuttavia, non è stato sempre così.

GLI EPISODI NEL MOTORSPORT A QUATTRO RUOTE

Lo stesso Stirling Moss, ex pilota di Formula 1, vincitore di 16 Gran Premi, nonché il pilota che ha vinto maggiormente senza conquistare il titolo iridato, ha dichiarato che:

“Era solito assumere droghe, non nelle gare, ma nei rally. Era normale. Allora non erano considerate droghe. L’intera questione della droga è arrivata quando gli atleti hanno iniziato a usarle per migliorare il proprio corpo, ma per quanto ne so non c’è niente che potessi prendere per migliorare la mia attitudine di pilota. Prendevo anfetamine, benzedrina o dexedrina, sostanzialmente per tenermi sveglio”.

Tuttavia, oltre all’episodio di Stitling Moss, c’è stato un’altro episodio molto famoso, che appartiene al pilota ceco di Formula 1 Tomas Enge, che non è risultato positivo una sola volta, ma ben due.

Scandalo doping Russia, gli effetti sulla Formula 1

La prima volta è stato sanzionato per il consumo di marijuana, con la conseguente cancellazione del titolo di F3000 del 2002 a suo carico, mentre la seconda volta ha ricevuto una sospensione di 18 mesi per l’assunzione di farmaci inclusi nell’elenco delle sostanze proibite.

Un altro caso più recente è stato quello dell’ex pilota di F1 Frank Montagny, sospeso nel 2015 per due anni, quando gareggiava in Formula E, per uso di cocaina.

Recentemente però, l’ombra del doping è tornato a far parlare di se nel motorsport, con il pilota di MotoGP Andrea Iannone, trovato positivo dal WADA (l’Agenzia mondiale antidoping), stessa che ha recentemente sanzionato la Russia con l’esclusione dei suoi atleti dai “grandi eventi” per quattro anni.

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