Hamilton crea la “The Hamilton Commission” per battere il razzismo nel motorsport

Lewis Hamilton ha deciso di dare vita ad una commissione che aiuterà ad incrementare la diversità nell’industria del motorsport.

È noto che Lewis Hamilton sia molto attivo sui social per sensibilizzare l’opinione pubblica a diversi argomenti di attualità, e non si è certo tirato indietro sulla polemica scoppiata nel corso delle ultime settimane dopo il caso di Geoge Floyd.

Il tema del razzismo è molto caro al pilota inglese che è arrivato a richiamare l’intero paddock della F1 (ed Helmut Marko) per non aver fatto minimo accenno a questi fatti drammatici.

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Ma l’inglese non si è fermato semplicemente alle parole e ha annunciato tramite il The Sunday Times la nascita della “Hamilton Commission”, una nuova partership di ricerca con la Royal Academy of Engineering volta “ad esplorare come il motorsport possa essere utilizzato come veicolo per coinvolgere un maggior numero di giovani di origine nera in materie scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche e, in ultima analisi, impiegarli nei nostri team o in altri settori ingegneristici”.

Esplorerà aree che comprendono la mancanza di modelli di ruolo e di carriera nelle scuole, le opportunità per coinvolgere un maggior numero di neri con le attività extracurricolare, le barriere che impediscono alle persone con background più diversificati di entrare nel settore delle corse, ma anche le pratiche di assunzione che comportano che un minor numero di laureati neri si possano affacciare alle professioni ingegneristiche”, ha proseguito il pilota Mercedes.

“Questa non sarà una ricerca a braccio. Vogliamo sentire i giovani ed i laureati che affrontano queste sfide ogni giorno e stiamo cercando di coinvolgere altri partner che lavorano sul campo nelle comunità nere per avere una prospettiva di prima mano. Inoltre, vogliamo coinvolgere i leader della politica e del business che si impegnano a guidare l’attivazione delle raccomandazioni nella ricerca”.

L’azione di Hamilton vuol essere il più efficace possibile.
L’inglese è stato spesso preso di mira durante la sua carriera per via del colore della pelle, a partire dai Kart quando era bambino fino all’arrivo in Formula 1.

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“Sono abituato ad essere una delle pochissime persone di colore nelle squadre, e, soprattutto, sono abituato all’idea che nessuno parlerà per me quando affronterò il tema del razzismo, perchè nessuno capisce la mia esperienza. Il più delle volte non lo vedono nemmeno e , se lo fanno, lasciano che la paura di dire la cosa sbagliata si frapponga” lamenta Lewis.

L’idea di questa collaborazione nasce proprio dalla consapevolezza che nemmeno il suo successo in questo sport sia riuscito a cambiare le barriere che lo rendono così esclusivo.

“Nonostante il mio successo nello sport, le barriere istituzionali che hanno mantenuto la F1 altamente esclusiva persistono. Non è sufficiente indicare me o un singolo nuovo assunto nero come esempio significativo di progresso. Migliaia di persone sono impiegate in questo settore e quel gruppo deve essere più rappresentativo della società”.

“Il tempo dei luoghi comuni e dei gesti simbolici è finito. Spero che la Hamilton Commission permetta un cambiamento reale, tangibile e misurabile. Quando mi guarderò indietro nel tempo tra 20 anni, voglio vedere lo sport che ha dato tante opportunità ad un timido ragazzo nero della classe operaia di Stevenage, cambiare e diventare come il mondo complesso e multiculturale in cui viviamo” ha poi concluso Hamilton.

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