La Ferrari saluta uno dei suoi rivali di sempre, Craufurd Moss, con le parole di Enzo

La Scuderia Ferrari saluta Sir Stirling Craufurd Moss, uno dei suoi più fieri rivali in pista, nonché uno dei piloti più forti della storia, indiscusso protagonista dell’automobilismo dal 1950 al 1962.

Come tutto il mondo, anche la Scuderia Ferrari è venuta a conoscenza che, Sir Stirling Moss si è spento nella mattina del giorno di Pasqua nella sua casa nell’elegante quartiere di Mayfair, a Londra, all’età di 90 anni. Accanto a lui c’era la moglie Susie.

Sir Stirling Moss è deceduto all’età di 90 anni

L’ASCESA

Moss aveva cominciato a mettersi in luce all’inizio degli anni Cinquanta e debuttò in Formula 1 nel Gran Premio di Svizzera del 1951 al volante di una HWM a motore Alta. I risultati ottenuti in Formula 2 attirarono l’attenzione di Enzo Ferrari che decise di affidargli una delle sue vetture per il Gran Premio di Bari di Formula 1 del 1951.

Quando Moss giunse in Puglia, dopo un viaggio ricco di traversie, scoprì che la sua vettura era però già stata riaffidata ad un altro pilota, Piero Taruffi. La vicenda mandò su tutte le furie l’allora ventunenne pilota britannico che se ne tornò in patria e giurò a se stesso che non avrebbe mai più guidato per la Scuderia. Nel resto della sua carriera fu infatti impegnato al volante di Mercedes, Maserati, Vanwall, BRM, Cooper e Lotus.

LA RIVALITÀ CON LA FERRARI E IL RICORDO DI ENZO

Enzo Ferrari, che difficilmente sbagliava le proprie valutazioni, aveva capito subito il valore di Moss e ne scrisse così sul suo libro Piloti, che gente…:

“La mia opinione su Moss è semplice: è l’uomo che ho ripetutamente accostato a Nuvolari. Aveva smania di correre, andava forte su qualsiasi macchina, aveva il gran pregio di giudicare una vettura soltanto attraverso il cronometro, cioè sul tempo che su un dato percorso essa gli permette di realizzare”.

Di Moss ho detto anche una volta che era un pilota che aveva senso dell’incidente, e proprio in certe sue uscite di strada, come in certe uscite di strada di Nuvolari rimaste storiche, io ho trovato una analogia veramente curiosa per l’epilogo che non ha mai raggiunto la tragedia. Se Moss avesse anteposto il ragionamento alla passione, si sarebbe laureato campione del mondo, essendone più che degno”.

Moss è in effetti da tutti ricordato come il più forte pilota a non aver mai vinto il titolo mondiale: al suo attivo tre terzi e quattro secondi posti, nel 1955, 1956 e 1957 dietro a Fangio, e nel 1958 alle spalle della Ferrari del connazionale Mike Hawthorn.

LA SUA VITA DOPO LE CORSE

Personaggio popolarissimo, Moss è stato a lungo un’icona del Regno Unito nel mondo, prendendo parte a film e programmi tv, e rimanendo a lungo nell’ambiente come commentatore. Costantemente affamato di vittoria, fino al punto di avere ammesso in seguito di non essere stato mai capace di fare calcoli, fino alla stagione 1992 è stato il pilota britannico più vincente della storia.

Nel 2000 era stato nominato Sir dalla famiglia reale, mentre qualche anno fa era anche venuto in visita a Maranello, dove si era potuto rimettere al volante della 250 GT SWB divertendosi un mondo a ricordare il periodo in cui la guidava. Con la morte di Moss la Formula 1 e tutto il mondo dell’automobilismo sportivo perde uno dei suoi pilastri. Riposa in pace Stirling, e grazie per i duelli che ci hai fatto vivere.

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