La Formula E lancia la Drivers Eye, la cam che permette al tifoso di “guidare”

Nell’E-Prix di Santiago del Cile disputato sabato 18 gennaio 2020, la Formula E ha lanciato l’utilizzo della Drivers Eye, che permette al tifoso di “guidare” insieme al pilota.

La nuova Drivers Eye, si è vista in azione nell’E-Prix di Santiago del Cile di Formula E grazie a Stoffell Vandoorne in qualifica e a Felipe Massa in gara. L’utilizzo di questa nuova camera permette al pilota di entrare all’interno dell’abitacolo insieme al pilota quando scende in pista.

Il nuovo dispositivo video, nominato dalla stessa Formula E: Drivers Eye, viene inserito all’interno dell’imbottitura laterale del casco del pilota (come si può vedere nella foto sottostante):

Con tale dispositivo, la serie totalmente elettrica ha l’obiettivo di immergere totalmente lo spettatore nell’abitacolo, rendendolo partecipe e facendogli rendere conto di tutti i minimi movimenti che il pilota effettua in ogni singolo giro, delle manovre e di tutto ciò che rende difficile quanto affascinante il motorsport.

Grosjean testa una nuova tipologia di onboard camera che migliora l’esperianza del tifoso

IL PRECEDENTE:

Nel 2018 la Formula 1 ha tentato di sviluppare una tecnologia simile, ormai superata, nonché quella di un paio di occhiali indossati sotto il casco in puro stile onboard camera.

Questa soluzione è stata provata de Romain Grosjean e ancor prima da Pierre Gasly sulla sua monoposto a Monaco, ma il primo e vero men-tester è stato il pilota francese, ma dopo una prima prova ha concordato che i risultati video che questa tecnologia elabora sono eccezionali, ma il problema come dichiarato dallo stesso pilota è il dolore se il loro utilizzo si protrae nel tempo:

“Al giorno d’oggi le telecamere ‘on board’ sono buone e stabili, non si sente neanche la vibrazione. Quando guardi un on-board e poi giochi all’ultimo gioco della Formula 1, non noti differenze”.

“… quando vedi il filmato (ndr. registrato dagli occhiali), vedi effettivamente la velocità della macchina, vedi il lavoro sul volante, vedi le vibrazioni, così le persone possono effettivamente percepire ciò che viviamo in auto”.

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