Macchia nera nel motorsport: Iannone positivo all’antidoping

Il pilota di MotoGP Andrea Iannone è risultato positivo ad un controllo antidoping, effettuato di routine, ed è stato sospeso in maniera preventiva, ma l’italiano potrà presentare ricorso.

Il pilota dell’Aprilia Andrea Iannone, in MotoGP dal 2013, è risultato positivo ad un controllo di routine dell’antidoping svolto dalla FIM post Gran Premio della Malesia di Sepang, disputatosi il 3 novembre scorso.

La positività del campione italiano è risultata dopo aver analizzato un suo campione di urine nel laboratorio del WADA in Germania, dove sono risultate una quantità maggiore rispetto a quella consentita di una sostanza non ancora resa nota.

La sostanza vietata in quelle quantità, è presente nella lista degli steroidi androgeni anabolizzanti esogenie del WADA, ed è per questo che in via precauzionale la FIM lo ha sospeso con effetto immediato a partire dal 17 dicembre 2019.

Nel comunicato pubblicato dalla MotoGP si può leggere “semplicemente”:

“Andrea Iannone è provvisoriamente sospeso per aver violato l’articolo 7.9.1 del Codice Antidoping della FIM”.

“Il pilota di Vasto è quindi sospeso ad effetto immediato da ogni attività in pista fino a nuovo ordine e può richiedere ai sensi dell’articolo 7.9.3.2 la revoca della sospensione provvisoria”.

La sostanza dopante è riconducibile agli steroidi anabolizzanti, riscontrate nelle urine durante il weekend di gara di Sepang. Potrà richiedere le contro-analisi. Al momento la FIM non aggiunge ulteriori informazioni”.

Il pilota dell’Aprilia potrà presentare ricorso, ma in caso di mancato accoglimento la sua carriera in MotoGP terminerebbe con la data di oggi.

In passato però, alcuni piloti di MotoGP si sono espressi per avere maggiori controlli antidoping, come Cal Crutchlow che nel 2018 con una dichiarazione shock aveva detto: “Chi pensa che qui non ci sia chi usa sostanze, che prenda scorciatoie, è un illuso”.

Mentre l’otto volte campione del mondo Marc Marquez, a sua volta aveva rincarato la dose bastonando la FIM, a causa dei pochi e quasi inesistenti controlli antidoping nelle varie categorie di motomondiale:

“Ci manca qualcosa a livello di controlli anti-doping. Facciamo controlli due volte all’anno, in maniera casuale tre piloti nelle varie categorie, quindi in alcune stagioni non dobbiamo neanche farlo. Speriamo che cambino le regole”.

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