Helmut Marko ha negato che l’obiettivo della sua idea di organizzare un campo con i piloti della Red Bull Academy fosse quello di infettarli tutti in modo da superare il coronavirus il prima possibile.
Helmut Marko spiega che con quell’iniziativa ha cercato solo di tenerli distratti e in forma durante questo periodo di confinamento dalla pandemia. Però, proprio ieri il capo della Red Bull, Christian Horner, ha assicurato che non era serio il consigliere del team con quelle affermazioni.
Proprio il consulente del team austriaco si è rimesso in prima linea per smentire e sopratutto spiegare le sue intenzioni: “Certo che non è vero. Non si trattava di infettare deliberatamente qualcuno”.
Horner: La Red Bull prende le distanze dalle idee di Marko
“È stato diffuso ciò nell’intervista perché l’hanno interrotta. In Austria sei sopraffatto dai media con così tanto coronavirus. Televisione, radio e giornali non si fermano a parlane”.
“In ogni caso, una cosa è certa: non mando volontariamente i miei figli in guerra. Certo, devi stare attento e cercare di controllare la pandemia il più rapidamente possibile”.
ULTERIORI CHIARIMENTI
Ulteriori chiarimenti, il dott. Marko li vuole fare per quanto riguarda le sue dichiarazioni sulla sua eventuale positività al Covid-19 in cui ammetteva che “non è così male”, e se è guarito lui non è vero che tutti gli anziani potrebbero morire.
Ma dopo tutto ciò, nega che la sua intenzione era di infettare i suoi piloti, dal momento che voleva solo distrarli e adattarsi all’idea dal campo:
Marko: “Penso di aver contratto il Covid-19 e non è così male”
“Se le persone della mia età, il gruppo più a rischio, possono sopravvivere alla malattia, si può dire che gli atleti giovani e ben allenati, come i nostri piloti, dovrebbero almeno avere meno paura delle conseguenze”.
“Questa è stata l’unica ragione per cui abbiamo preso in considerazione l’organizzazione di un campo di addestramento nonostante il pericolo del coronavirus. Soprattutto perché siano distratti e per mantenerli in forma , ma non si è mai parlato di infezione deliberata”.
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