Masi spiega i motivi del ritardo della penalità ad Hamilton

Il direttore di gara Michael Masi, ha chiarito i motivi della penalità prima scampata e poi assegnata a Lewis Hamilton in occasione del GP d’Austria.

Weekend complicato quello di Lewis Hamilton in occasione del GP d’Austria, in cui è incappato in due penalità. La prima, quella di tre posizioni sulla griglia di partenza per non aver rispettato le bandiere gialle, e la seconda di 5″ in gara per un contatto con Alexander Albon.

La penalità in gara è stata comminata dopo una semplice revisione da parte dei commissari che hanno giudicato “irregolare” il contatto in curva 4 tra il pilota Mercedes e quello Red Bull, con il secondo che era riuscito a sfilare all’esterno il britannico. Quest’ultima gli è costata il podio.

LA SPIEGAZIONE

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Michael Masi, spiega la lettura dell’episodio avvenuto in gara che ha portato al contatto Alexander Albon con il pilota della Mercedes: “Da quanto hanno visto i commissari, anche dopo averlo riesaminato, Alex aveva un certo slancio all’esterno. Il punto di contatto, da quello che ho capito dalla loro spiegazione, è stata l’anteriore sinistra di Lewis con la posteriore destra di Alex. Per questo hanno ritenuto che non si trattasse di un normale incidente di gara”.

Aggiunge poi: “Alex era più o meno sul bordo della pista e aveva completato la manovra di sorpasso. Per loro non c’era nulla da aggiungere, semplicemente Lewis è stato punito per aver causato una collisione”.

LA PENALITÀ PRE-GARA

Più difficile invece la decisione sulla penalità di tre posizioni sulla griglia, perché inizialmente il pilota inglese è stato “graziato” dai giudici e penalizzato poco prima della gara in seguito ad ulteriori prove portate dagli uomini Red Bull.

I commissari, inizialmente, non hanno penalizzato il campione della Mercedes perché, come testimoniavano le riprese televisive, c’è stata un’incongruenza tra bandiere e pannello luminoso.

La domenica mattina, però, è saltata fuori una registrazione della telecamera a 360° montata sulla monoposto di Hamilton, che mostrava il passaggio dell’inglese davanti ad un pannello luminoso. Di conseguenza, i commissari non hanno potuto far altro che comminare la penalità a Hamilton.

Masi ha spiegato: “Semplicemente, non avevamo i filmati dell’onboard della vettura di Lewis. Poi la Red Bull ci ha messo a conoscenza del fatto che c’era una telecamera 360, che forniva una prova supplementare. Ad essere sinceri, non sapevamo che esistesse e siamo stati fortunati che un paio d’anni fa sia stato inserito nel Codice Sportivo Internazionale il diritto di revisione”.

Continuando la spiegazione a riguardo della nuova prova video portata dalla Red Bull, il commissario spiega che: “In realtà è un qualcosa di cui abbiamo già parlato con la FOM. Ovviamente è un qualcosa che non è disponibile live, a causa della larghezza della banda. Le immagini devono essere scaricate ed elaborate”.

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