MotoGP: Pagelle Gran Premio del Giappone

Probabilmente chi ha fatto la notte in bianco per seguire warm-up e gare delle tre categorie avrebbe gradito un diverso tipo di gara ma anche questa gara rivelatasi assai povera di sorpassi e di forti emozioni non è stata un brutto spettacolo.

Il motivo di tutto ciò? E’ stata corsa ad un ritmo più alto di quanto le premesse avessero potuto lasciarci immaginare, sia perché si è rivelata ricca di spunti per quelli che saranno, a breve, i bilanci di fine stagione.

Anche i voti di queste pagelle quindi vanno contestualizzati in tal senso, infatti sono i seguenti:

MARQUEZ – Voto 10 e lode

Era dal 2015, con Jorge Lorenzo, che non assistevamo a un filotto di quattro vittorie consecutive da parte di un pilota. Marquez lo ha fatto aggiungendoci pole e giro veloce e regalando a Honda, sulla pista di casa, un mondiale costruttori che al 98,3% è farina del suo sacco (su 356 punti, 350 sono suoi e 6 di Nakagami).

Il tutto quando il mondiale piloti è già ampiamente acquisito e lui potrebbe benissimo starsene su una spiaggia caraibica con le chiappe su una sdraio anziché su una sella e con in mano un mojito al posto della manopola del gas.

QUARTARARO – Voto 9

Per la terza volta nelle ultime quattro gare sale sul secondo gradino del podio con la differenza che mentre negli altri casi la seconda posizione era frutto di un sorpasso subito nelle ultime battute questa volta è invece frutto di una prima parte condotta al limite che pur non permettendogli di tenere il passo dell’inavvicinabile Marquez, gli ha dato sui diretti inseguitori quel vantaggio rivelatosi poi essenziale per resistere al rimontante Dovizioso. Conquista anche, con abbondante anticipo, il titolo di Rookie of the Year e lo fa con pieno merito.

DOVIZIOSO – Voto 8

Si rivela per l’ennesima volta un campione di gestione e quando nel finale di gara gli altri piloti cominciano a dover fare i conti con il degrado delle gomme sfrutta il maggior livello di performance dei suoi pneumatici per resistere agli attacchi di Vinales prima e tentare l’attacco a Quartararo poi. Non gli basta per acciuffare il secondo posto ma è più che sufficiente per consolidare la seconda piazza nel mondiale e per poter festeggiare il centesimo podio in carriera.

VINALES – Voto 7 e 1/2

Ennesima partenza che, a voler usare un eufemismo, potremmo definire rivedibile che lo costringe a doversi subito sforzare per non farsi scappare troppo il gruppettino di testa e rientrare nei giochi. Questo gli costa però una maggiore usura delle gomme e non gli consente nel finale di tenere il passo di un Dovizioso più abile nella gestione.

Nel complesso si dimostra sempre uno dei più talentuosi in pista ma il difetto della partenza deve essere corretto perché finisce sempre per rivelarsi estremamente penalizzante. Aggancia Rins al terzo posto mondiale e consolida la sua leadership interna nel team della casa dei tre diapason.

CRUTCHLOW – Voto 8

Sulla pista Honda e con la prospettiva di avere per le prossime tre gare un teammate non certo facile ritrova la combattività che lo ha sempre contraddistinto e che sembrava smarrita negli ultimi tempi. Già le prime avvisaglie si erano viste in qualifica con la conquista di una buona seconda fila.

In gara prima si difende dal rimontante Rins, poi  non si lascia staccare quando questi lo passa e anzi è pronto a riprendersi piuttosto in fretta la posizione e nel finale piazza ai danni del tramontante Morbidelli una bella zampata che gli vale il quinto posto.

MORBIDELLI – Voto 7

L’ottimo risultato in qualifica e il passo, al livello dei migliori, mostrato in prova hanno creato forse un’aspettativa troppo alta e il sesto posto odierno ha il sapore di una delusione. Nella prima parte di gara tuttavia ha mostrato di poter tenere il passo sia dell’astro nascente Quartararo sia del ben più titolato Vinales. La beffa subita da Crutchlow negli ultimi metri gli costa il quinto posto, che avrebbe eguagliato il suo miglior risultato stagionale, e mezzo voto in pagella.

RINS – Voto 6 e 1/2

E’ vittima anche lui di una partenza infelice come Vinales ma nel suo caso è ancora più grave perché già partiva da una complicata posizione in griglia. Benché il circuito non fosse certo il più adatto per esaltare le caratteristiche della Suzuki riesce comunque a risalire fino alla zona di Crutchlow ma poi non riesce a staccarlo e quando questi reagisce non gli resta che accodarsi in attesa di piste più congeniali ai suoi mezzi quale potrebbe essere Phillip Island fra soli sette giorni per poter difendere il podio mondiale messo in pericolo da Vinales.

MIR – Voto 7

Sulla pista giapponese, non certo la più indicata per le caratteristiche di Suzuki e per certi versi neppure alle sue qualità, disputa una discreta prova a conferma dei progressi già registrati quindici giorni orsono. Molto combattivo nella prima parte in cui si libera della scomoda compagnia dei ben più accreditati Rossi e Petrucci si accoda poi al suo capitano seguendolo come un’ombra fino al traguardo.

PETRUCCI – Voto 5

Vivacchia sul fondo della top-ten e l’unico sorpasso che riesce a portare a termine e quello ai danni di un Miller che ormai correva sulle tele. Rispetto all’inizio della stagione Ducati è probabilmente la moto, tra i quattro top team, che ha fatto meno progressi e i vantaggi dati in velocità e accelerazione dall’eccellente propulsore desmodromico vengono sempre più vanificati da una non altrettanto valido rendimento in percorrenza e nei tratti più guidati ma, a differenza di Dovizioso che salvo qualche rara circostanza cerca sempre di metterci del suo per tirar fuori il meglio, Petrucci sembra sempre più in bilico tra la confusione totale e la rilassatezza da “pancia piena” di chi, una volta ottenuta la firma sul contratto, abbia tirato i remi in barca.

MILLER – Voto 5

Quasi tutti i piloti, escluso Dovizioso (e Marquez che faceva corsa a sé) hanno dovuto fare i conti nella seconda parte di gara con il degrado degli pneumatici ma nessuno lo ha subito tanto quanto l’australiano.

Non è chiaro se ciò sia frutto di una scelta sbagliata in partenza o se la causa sia invece una condotta di gara scriteriata nella prima fase quando nel tentativo di restare con il gruppo di testa ha chiesto troppo alle gomme, fatto sta che l’ultimo terzo di gara è stato una sorta di Calvario per un Miller che ha salvato l’ultimo posticino disponibile in top-ten solo grazie a una sfortunata scivolata di Rossi che con questa ciliegina sulla torta ha trasformato un pessimo weekend in una specie di Caporetto.

PAGLIACCERIA MEDIATICA – Voto 0

Voto zero per quelli che per svariate ore ci hanno ammorbati con la storia della frenata a tre dita diventata a due. Il che potrebbe essere una notizia anche interessante se data e spiegata una volta sola senza bisogni da farci sopra un’edizione speciale del TG a reti unificate.

Se a farla non fossero gli stessi che lo scorso anno trattavano le modifiche tecniche al serbatoio fatte dal pilota “sbagliato” come una cazzata su cui riderci sopra mentre ora trattano una modifica di dita, fatta però dal pilota “giusto”, come uno dei grandi progressi dell’umanità del livello del passaggio dal sistema geocentrico tolemaico a quello eliocentrico copernicano.

Voto zero, ma solo perché non posso dare di meno, a quello sgradevole personaggio che commenta (in virtù di non si sa bene quali meriti, sicuramente non la competenza né la simpatia di quelle che lui crede che siano battute divertenti) la Moto3.

Si può essere forse comprendere se un commentatore esce dal suo essere super partes per guardare con maggiore simpatia e indulgenza ai piloti italiani (anche se resta da capire come mai se tutti i piloti italiani sono uguali, alcuni piloti italiani siano più italiani di altri) ma mettere su una sorta di Carnevale di Rio con urla orgiastiche quando cade un pilota avversario è professionalmente censurabile, sportivamente inaccettabile e umanamente disgustoso.

Voto zero a quelli, voto zero a questo… media voto: zero

Articolo di MaPi di PagelloniMotoGP

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