MotoGP: Pagelle Gran Premio di Valencia [piloti]

Le pagelle del Gran Premio di Valencia di MotoGP, le ultime della stagione 2019, dove il dado è tratto e tutti i titoli sono stati assegnati, a Marc Marquez e alla Honda.

Si conclude il Mondiale 2019 di MotoGP con il Gran Premio di Valencia e con esso anche le nostre pagelle e, tanto per cambiare, si conclude nel nome di Marquez, l’insaziabile centauro spagnolo, che già da settimane ormai aveva vinto il suo ottavo titolo, si prende anche l’undicesimo successo stagionale e consegna a HRC il titolo a squadre praticamente da solo.

Malgrado tutto questo però la maggior parte dei titoli di giornale non sono per lui bensì per Jorge Lorenzo che, alla non certo veneranda età di 32 anni, appende il casco al chiodo, salvo ripensamenti futuri che al momento appaiono abbastanza improbabili anche se invocati tanto dai suoi fan col cuore spezzato quanto, curiosamente, da una certa cricca mediatica che fino a ieri non ha esitato a tirargli palate di letame addosso e oggi sfoggia la faccia di circostanza accorgendosi forse che da oggi il motomondiale, perdendo un talento di questa levatura, è diventato un po’ più povero.

GP Valencia
GP Valencia

Davanti a un pubblico delle grandi occasioni, che probabilmente includeva anche i santi del paradiso che hanno guardato giù per far sì che alcuni incidenti da brividi finissero con grandi spaventi e fortunatamente pochi danni (per informazioni chiedere a Foggia e Zarco).

La gara però non è stata particolarmente esaltante specie se confrontata con le gare delle serie minori: dopo l’impresa di Artigas che in Moto3 ha centrato un podio incredibile e ha sfiorato addirittura una vittoria ai limiti del miracoloso e dopo il duello sul filo dei centesimi in Moto2 tra Luthi e Binder per la conquista del secondo gradino mondiale, la corsa della MotoGP si è risolta, dopo pochi duelli e ancor meno sorpassi, in una sorta di lungo trenino con i vagoni neppure troppo ravvicinati fra loro.

Difficile in questi casi fare una pagella che abbia senso… per farlo mi toccherà, più che alla gara in sé e per sé, guardare per i vari piloti, alla gara odierna nell’ottica della stagione appena conclusasi.

MARQUEZ – Voto 10 e lode

Se avesse fatto la partenza a fionda di Sepang quando ha superato mezza dozzina di piloti alla prima curva la gara odierna sarebbe finita al primo giro… la partenza un po’ al rallentatore di oggi ha invece fatto sì che durasse un po’ di più; tuttavia già al secondo giro era dietro a Quartararo, già al quarto gli era appiccicato al codone forse pregustando una corsa a due con sorpasso all’ultimo giro come già visto più volte in stagione, al settimo, vedendo che il ritmo del francese non garantiva di restare al riparo dagli inseguitori, lo infilava senza troppa fatica e al decimo aveva già abbastanza margine per potersi rilassare e pensare a come arredare il box HRC per dare il benvenuto al fratello.

Honda ha annunciato l’ingaggio di Alex Marquez, fratello di Marc

QUARTARARO – Voto 9 e 1/2

Forse nell’arco della stagione avrebbe meritato di vincere almeno una gara (anche se oggi, onestamente, meno di altre volte) però pur non essendo riuscito a salire sul gradino più alto del podio ha portato a termine una stagione straordinaria.

La giovane promessa francese, implacabile poleman e pilota tanto veloce quanto elegante, con la scommessa vinta nei confronti di chi storceva il naso circa le sue possibilità in MotoGP dopo un biennio non particolarmente esaltante in Moto2, con i titoli di Rookie of the Year e di miglior pilota su moto clienti, con un punteggio finale neppure troppo lontano dal podio mondiale sarebbe stato al centro della scena se non fosse esistito un certo Marquez. Esattamente come nella gara di oggi.

MILLER – Voto 9

Dopo quattro anni di MotoGP senza mai, escludendo la vittoria del 2016 nell’acquitrino di Assen, andare a podio quest’anno ci è salito ben cinque volte a testimonianza di una maturazione considerevole e di un feeling consolidato con la Ducati Pramac.

Deve ancora limare qualche difetto, primo fra tutti quello di esser spesso poco delicato con le gomme finendo spesso per sperperare nei finali di gara quanto di buono fa nei giri iniziali ma se lo farà, come ha dimostrato di saper fare oggi quando tanti lo vedevano facile preda di Dovizioso mentre invece non solo gli ha facilmente resistito ma è anche andato a mettere un po’ di paura a Quartararo, sicuramente potrà togliersi qualche buona soddisfazione.

Una intanto se l’è già tolta: quella di aver messo nelle teste dei dirigenti Ducati il dubbio di non aver fatto la scelta giusta lo scorso anno nella loro pesca dal team satellite.

DOVIZIOSO – Voto 8

GP Valencia: Marquez e HRC trionfano anche nel finale di stagione

Bene ma non benissimo. Terzo titolo consecutivo di vicecampione, punteggio più alto della sua carriera in MotoGP e costanza di risultati (due soli ritiri, nemmeno per colpa sua, e quattordici volte fra i primi quattro) tanto da poterlo definire un investimento garantito, ma c’è un “ma”…. riferito al campionato e alla gara di oggi.

Su una pista dove non ha mai fatto sfracelli, se si esclude la vittoria dello scorso anno ottenuta però sotto il diluvio, il quarto posto sarebbe un risultato di tutto rispetto però l’impressione data da Dovizioso è quella di aver perso un po’ di quel mordente necessario per puntare a traguardi di maggior prestigio.

Pur con l’attenuante di una Ducati che ha perso la superiorità dello scorso anno e pur avendo ottenuto il massimo risultato possibile in campionato per piloti non extraterrestri, è sembrato meno battagliero quasi che l’assenza di uno stimolo interno in squadra gli abbia tolto un po’ di grinta o che la mancanza di forti pressioni lo penalizzi più del dovuto. L’arrivo odierno ai piedi del podio ne è la fotografia.

RINS – Voto 8 

L’ipotesi di salire sul podio mondiale era già stata accantonata per cui forse non si è dannato l’anima più di tanto per risalire nella graduatoria di gara assumendosi dei rischi sull’asfalto di Valencia rivelatosi, per questioni di temperatura, assai più infido del solito.

Ha provato, una volta accodatosi al gruppetto dei migliori, a punzecchiare Dovizioso ma saggiamente si è poi accontentato della quinta piazza che gli ha consentito di superare quota 200 punti; un bottino pienamente soddisfacente che, di fatto, conferma che la due ruote di Hamamatsu ha nell’insieme davvero ben poco da invidiare alle altre tre top factory.

Termina il campionato con due vittorie, al pari di Dovizioso e Vinales, e con la consapevolezza di una maturazione che gli consentirà negli anni a venire di poter dire la sua.

VINALES – Voto 7

Weekend di alti e bassi in una stagione di alti e bassi. In campionato, ai balbettii di inizio stagione ha fatto seguito una serie di gare in crescendo che lo hanno portato non solo a occupare un posto sul podio ma anche a conquistare largamente il ruolo di prima guida Yamaha per meriti sul campo.

Anche nelle singole gare, e quella di ieri è l’ennesimo esempio, alterna cose buone come una partenza in prima fila con il miglior passo gara a cose meno buone tipo una gara sottotono nella quale non ha mai trovato la quadratura del cerchio come testimonia il fatto che una volta perso il riferimento di Morbidelli il suo distacco dal gruppo di testa, già enorme viste le premesse del sabato sia cresciuto molto più rapidamente. Bilancio tuttavia più che sufficiente per la stagione.

MIR – Voto 6 e 1/2

GP Valencia: le dichiarazioni dei piloti a podio

Il finale in crescendo, sia della gara odierna che del campionato, accende diverse speranze anche se non fuga tutti i dubbi. Guardando il bicchiere mezzo vuoto è l’unico pilota factory (oltre a Lorenzo il cui calvario merita di essere trattato a parte) a non aver raggiunto né la quota cento punti né un posto all’interno della top ten mondiale.

Di contro però c’è il bicchiere mezzo pieno costituito da una seconda parte di campionato in crescendo che lo ha portato, quando ha capito di dover limare qualche spigolo di irruenza, a maturare e a ottenere discreti risultati. Se i progressi mostrati negli ultimi mesi non saranno dimenticati durante la sosta invernale potrà rivelarsi un valido compagno per il già maturo Rins e costituire con lui una coppia ben assortita più di quanto non lo fosse quest’anno.

ROSSI – Voto 5

Peggior risultato dell’anno (ritiri esclusi) per chiudere il campionato con la peggior posizione in classifica dai tempi del “biennius horribilis” in Ducati. Se stessimo parlando di un pilota qualunque e non di un fuoriclasse, una stagione con due podi, diversi podi sfiorati e l’ottavo posto al traguardo come peggior risultato, sarebbe una stagione più che dignitosa ma parlando di Rossi è d’obbligo una riflessione più profonda e più obiettiva sia di quella che possono fare i tanti haters che da tempo aspettavano di vederlo nella polvere, sia di quella che possono fare le decine di servili leccaculi sempre pronti a giustificare anche le prestazioni più imbarazzanti a colpa di “se” e di “ma”.

I quasi 23 secondi dal vincitore e i distacchi dalle altre due Yamaha (rispettivamente quasi 22 e oltre 14 secondi) e più in generale la stagione conclusasi con poche soddisfazioni e tanti dubbi ai quali si è cercato di porre rimedio (con cambi nello staff, cambi nelle impostazioni e cambi nelle dita sul freno) in modi così disparati da sembrare disperati, non tolgono nulla alla luminosa carriera di Valentino alla quale dovrebbero tutti, non solo i suoi fan, guardare con ammirazione… ma mettono Yamaha nel forte imbarazzo di avere due piloti che oltre a meritare una sella ufficiale possono garantire di saperla sfruttare e una sola sella ufficiale da offrire perché l’altra è occupata da un pilota cui, se anche volesse correre altri dieci anni, è “obbligata” per debito di riconoscenza ma che di garanzie di vittoria sembra poterne offrire sempre meno.

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A.ESPARGARO – Voto 6

Preso in mezzo tra il compagno di squadra e il fratello se la cava benissimo nello scontro su due fronti riuscendo a mettere pressione al primo fino a indurlo all’errore e a tenere a bada l’altro. Per l’Aprilia si tratta del sesto piazzamento in top ten, insufficiente per la casa di Noale per uscire dal poco invidiabile ruolo di Cenerentola del campionato. Aleix comunque ci mette del suo per non sfigurare e se anche il suo piazzamento è stato ottenuto più che altro grazie all’ecatombe di piloti traditi dall’asfalto scivoloso, la sufficienza è meritata.

P.ESPARGARO – Voto 6

Acciuffa, con la caduta di Iannone nelle ultime battute di gara, un posto in top ten e un punticino in più per chiudere il campionato con un punteggio a tre cifre. E se anche la prestazione in gara non è stata certo tra le più memorabili (vale anche per lui il discorso dell’ecatombe di piloti che gli sarebbero stati davanti) la sufficienza è più che meritata perché in campionato ha mostrato di aver acquisito una certa regolarità, condita talvolta da qualche brillante exploit, che prima gli faceva difetto. Non altrettanto si può dire per la KTM che, malgrado la cura Pedrosa stia cominciando a dare qualche frutto, è ancora più vicina al livello Aprilia di quanto non sia vicina al livello dei top team e questa è una situazione che, a fronte delle possibilità di budget della casa austriaca, non può essere certo soddisfacente.

Articolo di MaPi di PagelloniMotoGP

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