GP Stati Uniti: Le osservazioni del giorno dopo

Cosa resta e su cosa ci si può soffermare il giorno dopo il GP degli Stati Uniti, vinto da Valtteri Bottas e che ha assegnato il titolo a Lewis Hamilton?

Sono molteplici le cose che restano e resteranno nella storia della Formula 1 al termine del GP degli Stati Uniti 2019, la prima fra tutte è la vittoria del sesto titolo piloti per Lewis Hamilton, che si mette così a una sola lunghezza da Michael Schumacher che ne ha vinti 7.

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Inoltre, la Mercedes conquista un nuovo record, non solo ha eguagliato la striscia della Ferrari con la vittoria del sesto titolo costruttori, ma con la conquista del titolo del pilota inglese, è il primo team a conquistare sei titoli piloti consecutivi nella storia della Formula 1.

Però questo weekend americano non lascia spazio solo a statistiche e ad eventi positivi, se da un lato c’è stata una Mercedes con un’ottimo passo gara e un Lewis Hamilton che ha gestito le gomme come solo lui sa fare, dall’altra faccia della medaglia c’è la Ferrari.

La Ferrari che ha lasciato delusi non solo i suoi tifosi, ma anche i fans della Formula 1 stessa, in un Gran Premio dove si sperava di vedere una lotta a tre con Mercedes e Red Bull, il Team di Maranello ha rivissuto l’incubo dei problemi di affidabilità.

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L’incubo è iniziato nella giornata di sabato, in cui Charles Leclerc ha dovuto parcheggiare la sua Ferrari in pista per un problema alla power unit, successivamente sostituita con la Spec 2, per poi proseguire la domenica in gara.

Non ci si aspettava infatti che il pilota monegasco potesse lottare per la vittoria (ma si sperava quantomeno per il podio), visto il deficit della power unit di un decimo circa rispetto ai rivali, ma non è stato così, infatti, si è stabilizzato in solitaria in quarta posizione e c’è rimasto fino all’esposizione della bandiera a scacchi.

Diverse le aspettative per Sebastian Vettel che ha deluso, ma non a causa sua, infatti partito in seconda posizione ha subito notato qualcosa di anomalo sulla sua SF90, vedendosi sfilare davanti ai suoi occhi per 5 monoposto. Dopo un paio di giri è arrivata la rottura della sospensione posteriore destra.

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Questo inconveniente è costato caro alla Ferrari, che deve difendere il secondo posto nel mondiale costruttori dalla Red Bull, ma non è solo questo, anche in ottica 2020 bisognerà verificare la struttura della monoposto per capire a cosa è dovuta la rottura.

Quindi mentre la Mercedes festeggia la Ferrari trema per l’affidabilità, ma la Red Bull fa piccoli passi per colmare il gap con gli altri grandi della griglia di partenza, ed è in grado di lottare con la Mercedes in assenza della Rossa di Maranello, mentre Alexander Albon rimonta fino alla quinta posizione nonostante un contatto avuto in partenza.

Al termine del Gran Premio di Austin, la lotta di centro classifica diventa più interessante, con una Renault che con Daniel Ricciardo sembra rigenerata, mentre la McLaren rimane costante fino ad oggi e ha tutte le carte in regola per conquistare il quarto posto costruttori.

Male invece le Haas, che si dimostrano in difficoltà anche nel loro Gran Premio di Casa, in lotta non più con i team di centrocampo come McLaren e Renault, ma con la Williams, ultima in campionato con un solo punto a seguito, mentre l’Alfa Romeo non riesce ancora a trovare se stessa, anche se il potenziale c’è e lo dimostra un esperto Kimi Raikkonen.

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