Maverick Vinales è stato il più veloce, Valentino Rossi si è piazzato in quinta posizione, può essere definita positiva la giornata di test di MotoGP in Qatar per la Yamaha, infatti all’interno del box si respira aria di ottimismo.
Valentino Rossi, nonostante si sia trovato a più di mezzo secondo dal suo compagno di team, ha voluto delineare un primo bilancio positivo, dopo la prima giornata di test in Qatar, ma ha anche dichiarato che c’è bisogno ancora di un po’ di lavoro:
“E’ stata una giornata abbastanza positiva, perché abbiamo lavorato bene e sono stato sempre piuttosto veloce. Solo con il secondo set di gomme non mi sono trovato molto bene, quindi non ero particolarmente veloce, però poi alla fine abbiamo messo la gomma soft ed abbiamo fatto dei giri abbastanza buoni. Abbiamo un po’ di lavoro da fare, perché qui è importante il grip dietro, ma la moto si muove ancora un po’ troppo. Però come prima giornata è stata abbastanza positiva”.
“Come ha detto anche Maverick, siamo un po’ indietro a livello di velocità di punta, sia rispetto alla Honda che alla Ducati. Le sensazioni comunque sono piuttosto positive, perché stiamo lavorando nella direzione giusta e in Malesia abbiamo provato delle cose che ci hanno fatto migliorare un po’. Però la strada è ancora lunga”.
Infine, Valentino Rossi, ha voluto specificare un concetto già ribadito, il suo approccio positivo con la nuova Yamaha:
“Sono abbastanza contento. La mia idea è che dobbiamo lavorare tanto, perché negli ultimi due anni abbiamo accumulato molto svantaggio rispetto ad Honda e Ducati. Qualcosa è cambiato però nel corso dell’inverno, soprattutto nell’approccio della Yamaha. Li vedo motivati, concentrati, però il gap da diminuire non si chiude in tre mesi. Bisogna continuare a lavorare così forte per un anno e poi vedere. Però secondo me non è male: ad essere ottimisti mi aspettavo una situazione così. Poi bisogna anche dire che Sepang e Losail sono due piste su cui eravamo veloci anche l’anno scorso. Però la cosa più importante che mi piace è l’atmosfera del gruppo di lavoro, perché si tira tutti dalla stessa parte”.
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