McLaren stuzzica la Racing Point: “In F1 si supera il limite, non si copia”

Il direttore tecnico della McLaren, James Key, crede che l’essenza del lavoro di un progettista di Formula 1 sia quello di sviluppare in maniera eccessiva, piuttosto che copiare il concetto di un’auto (riferimento alla Racing Point).

Tutto ciò che dirà il direttore tecnico della McLaren, fa riferimento alla Racing Point che nei test pre-stagionali di Barcellona, si è presentata con la nuova RP20 molto simile (per non dire esattamente uguale) alla Mercedes W10 del 2019.

James Key ha riconosciuto l’approccio che ha avuto la Racing Point e la sua impressionante prestazioni durante i test pre-stagionali di Barcellona, ma l’ingegnere inglese ammette che seguire un percorso del genere non ha senso, poiché non stimola la mente dell’ingegnere:

La Racing Point non ha copiato Mercedes, ha solo avuto un budget maggiore

L’ultima cosa che vorresti fare è copiare il tuo concorrente perché vuoi svilupparlo con idee migliori. Le immagini raccontano storie di queste cose e ci sono state molte discussioni a riguardo, ma dalla nostra parte siamo concentrati su noi stessi”.

Proseguendo il direttore tecnico della squadra arancio papaya, ammette che: “Da un punto di vista inegneristico come ingegnere vuoi uscire e battere tutti gli altri, questo è ciò che motiva la maggior parte delle persone”.

Incalzando la dose contro i colleghi del team rivale, Key ammette che copiare un’intero progetto riduce il contributo dell’ingegnere sulle prestazioni:

Renault e McLaren potrebbero presentare reclamo contro la Racing Point

Gli ingegneri sono persone competitive, lo siamo certamente quando lavoriamo in Formula 1 e siamo sempre contro la concorrenza di un’altra azienda o di un’altra squadra”.

Infatti, prosegue l’importanza del ruolo ingegneristico in Formula 1: “Ciò che rende unica la Formula 1 è la presenza di squadre contro squadre e piloti contro piloti. E come ingegnere vuoi essere il migliore sulla griglia, questo è ciò che motiva molte persone”.

Infine ammette che: “È difficile sapere cosa pensano gli altri, ma personalmente mi piace sentirmi direttamente responsabile della performance”.

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