Il macello del Cavallino nel GP del Brasile – opinione –

Durante il giro 66 del GP del Brasile è accaduto l’inimmaginabile, la Ferrari si è auto eliminata con Sebastian Vettel che in fase di sorpasso sul compagno Charles Leclerc lo ha colpito, distruggendo la gara di entrambe e vanificando il lavoro del team.

Dure le obiezioni e le osservazioni che si possono effettuare il giorno dopo l’accaduto, ma la prima domanda che ci poniamo per la Ferrari è:

TUTTO CIO’ POTEVA ESSERE EVITATO?

Secondo noi la risposta è semplicemente un deciso “si”, questo grazie al Team Principal, nonché capo del muretto Ferrari Mattia Binotto, che con un semplice ordine di scuderia avrebbe potuto ordinare a Vettel di far passare Leclerc o vice versa.

In alternativa e più nello specifico poteva ordinare al tedesco di andare all’attacco della Red Bull di Alexander Albon, ma in caso non fosse riuscito a superarla avrebbe dovuto cedere la posizione al compagno nel tentativo di conquistare il podio e maggiori punti, e nel momento in cui il tentativo fosse andato vano, di restituirgli la posizione, in modo tale da ripristinare “gerarchie non scritte”.

GP Brasile, Ferrari: Le parole dei piloti e del Team Principal

Inoltre, bisogna ricordare che Charles Leclerc aveva in quel momento un doppio vantaggio rispetto al compagno, nonché un motore Spec. 3 evoluto, montato proprio in occasione del weekend brasiliano, che poteva spingere maggiormente per due motivi:

  1. Aveva un chilometraggio basso (quasi nullo) in confronto a tutti i rivali;
  2. Aveva la possibilità di spingere senza dover essere conservativo visto che per terminare la stagione resta da disputare un solo Gran Premio.  

Detto ciò, a suo vantaggio il pilota monegasco aveva non solo la power unit nuova, ma anche delle gomme soft nuove montate pochi giri primi, e sommate al basso carico di benzina presente nella SF90 di Charles avrebbe consentito un grande vantaggio.

La seconda domanda, la più importante alla quale dovranno rispondere i due piloti al Team Principal Mattia Binotto, è la seguente:

DI CHI E’ LA COLPA?

La colpa è solo di Sebastian Vettel, solo di Charles Leclerc o è di entrambi i piloti in egual modo? La risposta a questa domanda non è semplice, questo per diversi motivi che analizzeremo proseguendo.

A primo impatto la colpa è di Sebastian Vettel, per il semplice motivo di trovarsi alle spalle del pilota monegasco in fase di sorpasso, successivamente colpito, ma se si guardano alcuni frammenti di replay dell’onboard di Charles Leclerc e del pilota tedesco si possono notare le seguenti cose:

  1. Il pilota monegasco era davanti e in vantaggio rispetto al tedesco, ma il suo volante era leggermente inclinato verso destra (direzione della posizione del compagno di squadra);
  2. Il pilota della Ferrari numero 5 a sua volta, seguiva il compagno senza effettuare sbavature e correzioni sul suo volante, percorrendo con andatura rettilinea perfetta;

Esaminando tutto ciò, la colpa potrebbe essere attribuita al giovane pilota che guida la Ferrari numero 16, ma avendo lui il vantaggio sul pilota che lo segue, non conoscendo la sua traiettoria futura e dovendo difendere la posizione (nonostante fosse il compagno di squadra), si può assolvere.

Dall’altra parte infatti, la FIA con i suoi commissari, dopo aver aperto un’investigazione sull’incidente, ha assolto tutti, dichiarando il: NO FURTHER ACTION.

MA TUTTO QUESTO MACELLO COSA COMPORTA AL TEAM IN SE?

Al team in se per se inteso come Scuderia Ferrari, il doppio DNF non comporta nulla, vista la seconda posizione nel mondiale ormai consolidata, e ciò potrebbe spiegare anche il mancato team order da parte di Mattia Binotto, ma dopo tutto il mondiale piloti anch’esso deciso, però lascia in bilico la terza posizione, che non significa nulla ai fini ufficiali, ma per un pilota è un obiettivo da raggiungere.

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Ed è proprio per questo che la Ferrari ha lasciato sfidare i suoi piloti, entrambi in lizza per il terzo posto, con Sebastian Vettel che fino al termine del GP del Brasile occupava la terza posizione davanti a Max Verstappen e Sebastian Vettel che inseguiva al quinto posto.

Ma questo risultato negativo, evitabile, ha danneggiato di per sé gli stessi piloti, gettandoli quasi fuori, con un Gran Premio ancora da disputare, dalla lotta per il terzo posto mondiale attualmente in mano a Mac Verstappen.

Alla fine di questa breve analisi, la colpa è al 50% di entrambi i piloti (25% ciascuno), ma il restante 50% è del muretto e nello specifico della persona di Mattia Binotto, che seppur con buone intenzioni nel far lottare liberamente i suoi piloti per far si che si giocassero il terzo posto tranquillamente, nel momento “del bisogno” non ha saputo utilizzare il pugno duro “alla Wolff”, per mettere i puntini sulle i.

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