Masi si difende dalle accuse dei piloti sul caos creato dalla safety car nel GP della Toscana

Il direttore di gara Michael Masi non è d’accordo con le accuse lanciate dai piloti al termine del GP della Toscana per quanto riguarda le regole da seguire in caso di safety car.

Tanto si può dire sul GP della Toscana che si è disputato nella giornata di ieri sul circuito del Mugello, tranne che non sia stato ricco di colpi di scena,
con la gara interrotta da una safety car fatta uscire dal direttore di gara Michael Masi, e da due bandiere rosse e con 12 monoposto a tagliare il traguardo.

L’incidente che tra i tanti ha creato più polemiche sia tra i piloti, sia tra gli appassionati è stato sicuramente quello avvenuto alla ripartenza dopo la safety car causata dal contatto al primo giro.

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L’ACCADUTO

Molti piloti, infatti, hanno criticato il comportamento della safety car che a loro avviso avrebbe spento le luci che ne indicavano il rientro troppo tardi andando ad innescare poi la carrambola tra i piloti di centro e fondo
schieramento sul rettilineo.

Nicholas Latifi avrebbe infatti iniziato ad accelerare prima di Valtteri Bottas portandosi dietro altri piloti poi costretti a frenare bruscamente, tra cui Kevin Magnussen, Carlos Sainz e Antonio Giovinazzi.

I primi tre classificati nella conferenza stampa post gara hanno concordato su questo e ammettono che lo spegnimento ritardato delle luci nelle ripartenze sia un problema per la sicurezza in pista.

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LA DIFESA DEL DIRETTORE DI GARA

Michael Masi,direttore di gara della Formula 1 a sua volta però, non è per nulla d’accordo con queste dichiarazioni e nega categoricamente che sia stato preferito lo spettacolo alla sicurezza, e ha dichiarato:

“Dal punto di vista della FIA la sicurezza è fondamentale, punto. Sono un direttore di gara e delegato alla sicurezza. Questo è il mio ruolo e chiunque dica il contrario mi offende”.

Per quanto riguarda la critica alle regole di riavvio, Masi è convinto che non abbiano bisogno di essere riviste. Le colpe dell’incidente vanno invece ricercate nel comportamento dei piloti anche perché erano stati avvertiti delle regole da seguire già il venerdì sera.

“Possono criticare tutto quello che vogliono”, ha affermato riferendosi a Lewis Hamilton e Valtteri Bottas che nel post gara hanno accusato dell’incidente lo spegnimento tardivo delle luci di rientro della SC.

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“Se diamo uno sguardo in prospettiva alla distanza dal punto in cui le luci si sono spente alla linea di controllo, probabilmente non è dissimile, se non maggiore, che in un certo numero di altri circuiti”, ha concluso.

Nel frattempo con un comunicato ben 12 dei piloti presenti in gara in quel momento sono finiti sotto accusa per “applicazione incoerente di acceleratore e freno dall’ultima curva lungo il rettilineo dei box”.

Questi sono: Kevin Magnussen, Daniil Kvyat, Nicholas Latifi, Lance Stroll, Daniel Ricciardo, Sergio Perez, Lando Norris, Esteban Ocon, George Russell, Antonio Giovinazzi e Carlos Sainz.

E nello stesso comunicato si può leggere : “I commissari hanno compreso la sfida dovuta alla linea di partenza e il desiderio dei piloti di trarne vantaggio, tuttavia l’incidente dimostra la necessità di cautela ed esercitare nella situazione di ripartenza”.

“Alcuni piloti avrebbero potuto evitare di essere coinvolti nell’incidente se non avessero seguito direttamente le monoposto davanti. In questo modo hanno bloccato interamente la visibilità di ciò che stava accadendo davanti”.

Per questo motivo i dodici piloti hanno ricevuto un richiamo: “È stato così imposto un warning perché è opinione dei commissari sportivi che nessun conducente fosse totalmente o prevalentemente da biasimare”.

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